DAI LEGNI DI ROMOLO...
“Nella sua lunga carriera Romolo, un ebanista di 85 anni, aveva accumulato, nel doppio box condominiale, migliaia di ritagli di legni nostrani ed esotici utilizzati in restauri di edifici storici torinesi. Quando il condominio gli aveva intimato l’ultimatum, o fuori legni o fuori lui, a malincuore mi fece vedere le cataste di sfridi e assi coperti da ragnatele e polvere e mi disse che potevo prendere tutto come legna da ardere, ma dovevo fare in fretta…
Non me lo feci ripetere, ho raccolto tutto e l’ho portato nella mia casa di montagna pensando inizialmente di bruciare quei legni nel camino. In realtà non ne ero molto convinto; col passare del tempo si faceva sempre più strada in me l’idea che, racchiusi in quei frammenti, avessi abusivamente ereditato un po’ dei segreti, della conoscenza e dell’abilità manuale di Romolo… no, non si potevano bruciare…
…trascorse qualche mese ed ebbi finalmente l’idea utile per realizzare una scultura con questi frammenti del passato: combinare le antiche tecniche di lavorazioni manuali con la tecnologia digitale, che fa parte del mio background…”
…ALL’ARTE FRUIBILE
Il riuso dei legni di Romolo, oltre a rappresentare la salvaguardia dell’ambiente, il richiamo alla tradizione e a ispirare l’innovazione estetica, ha suggerito a partire dal 2019 il progetto PIXELWOOD: moderni oggetti artistici fruibili che raccontano un ideale continuità con l’alto artigianato della tradizione.
Si tratta di installazioni costituite dall’unione solidale di una scultura nella sua cornice, che ri-contestualizza l’opera in una casa, in uno studio, in un’azienda, affinché il soggetto fruitore la possa riempire di sé, per esempio con i libri, fotografie, collezioni e oggetti che simboleggiano i propri valori.